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« Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.

Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee. »

(George Bernard Shaw)

venerdì 23 settembre 2011

Venuto al mondo





Da poco ho finito di leggere questo romanzo, iniziato a marzo,  spesso interrotto e poi ripreso ad intervalli irregolari. 
La lettura è stata lentissima, impossibile calcolare quante volte sono stata tentata di abbandonarlo, ed ero pronta a scrivere commenti inveleniti sul successo dei best sellers "costruito a tavolino" e non guadagnato sul campo.

Ma ho tenuto duro ed ho terminato la lettura  delle oltre 500 pagine... e mi sono trovata ad attribuire a questo libro 5 stelle su 5 nell'indice di gradimento di Anobii.

Riporto qui la recensione che ho scritto, sono io la prima a meravigliarmi dell'effetto che mi ha fatto questo libro, ma adesso mi sento di consigliarlo a chiunque sia in cerca di una lettura consistente e significativa.

Sono molto disorientata nello scrivere la recensione per questo libro.
Desideravo leggerlo perché ne avevo sentito parlare bene e perché anni fa avevo letto "Il catino di zinco" della stessa autrice e mi era piaciuto molto.
Me lo hanno prestato e l'ho iniziato a leggere piena di entusiasmo che si è freddato quasi subito.
La prima metà abbondante è stata faticosissima da leggere, pensavo continuamente di abbandonarlo. Forse l'argomento non mi prendeva, anzi, mi irritava: le paranoie di una donna che non riesce a rimanere incinta e continua a macerarsi su questo problema per pagine e pagine,come se non ci fosse altro nella vita,  la strana relazione con uno scapestrato coinvolto a sua volta in questa ossessione, fino a spingersi in Ucraina a cercare un utero in affitto ... boh, a me sembrava (e sembra tuttora) tutto assolutamente morboso.

Poi la svolta: le ultime 150-200 pagine prendono ritmo (forse perchè incomincia veramente una storia, uno svolgersi di fatti), si fanno interessanti e, sinceramente, riscattano l'intero libro.
Tutta la narrazione acquista senso e spessore, i personaggi da insulsi diventano veri, drammatici, enigmatici.

Ottima l'ambientazione insolita, in una Sarajevo bombardata e violenta, le piccole storie degli abitanti, quelle vite così ben descritte nella loro dignitosa drammaticità.

Perfetto il finale a sorpresa, che avvince e fa riflettere. Fa rifletere molto. Sulla fissa iniziale della maternità, sul senso della maternità stessa, sul valore degli affetti, sui pregiudizi, sulle scelte di vita, sul razzismo, sulla vita di ognuno in cui fra vincere e perdere c'è un battito d'ali di farfalla. Ogni personaggio principale di questa storia è un perdente che si riscatta e vince qualcosa, ma pagando un prezzo altissimo.

Apprezzo la scrittura della Mazzantini, anche se purtroppo spesso molto prolissa, perché è capace di immagini graffianti e vere, anche se molto crude.

Si, alla fine sono contenta di aver tenuto duro e aver finito questo libro: lo giudico molto molto bello.

domenica 18 settembre 2011

Torta "Star bloom"



Mi era sta richiesta una torta con le stelline ... e stelline sono state, anche se il progetto non era iniziato "sotto una buona stella" ... ma andiamo con ordine.
Gli stampini appositi li avevo già acquistati da una settimana, come anche avevo studiato l'abbinamento fra la base, la bagna e le farciture.

L'organizzazione perfetta vorrebbe che la torta e le farce fossero preparate il giorno prima del montaggio: così quella fredda per bene, si compatta, ed è più facile da tagliare, e le altre acquistano spessore.

La mia accurata pianificazione prevedeva la cottura della torta e la preparazione delle creme  giovedì sera dopo cena, il montaggio dei vari strati e la preparazione della pasta di zucchero venerdì sera  e finalmente la decorazione sabato mattina con una certa tranquillità (la festeggiata sarebbe arrivata dopo pranzo).

MA purtroppo all'atto pratico la programmazione ha mostrato qualche crepa ... giovedì sono uscita dal lavoro alle 20, abbiamo finito di cenare quasi alle 22 ... decisamente non era il caso di mettersi a spignattare. 
Vabbé, male di poco, avrei potuto rimediare l'indomani preparando torta, creme e pdz e poi montare il tutto sabato.

PURTROPPO venerdì c'è stato un nuovo rallentamento: sono riuscita a tornare a casa dal lavoro alle 19 e, dopo una rapida doccia mi sarei messa all'opera se non avessi notato che una delle confezioni da 6 uova che sapevo di avere nel frigorifero era scaduta da quasi 3 settimane!! GULP!


Ho dovuto rivestirmi daccapo e correre alla Coop. A quel punto ho fatto anche un po' di spesa e sono rientrata alle 20.30. Dopo cena, ed erano quasi le 22, mi sono ripromessa di cuocere almeno la torta MA, mentre aspettavo che il maritino lavasse i piatti e sgomberasse il tavolo, mi sono incautamente parcheggiata sul letto per ricaricarmi 5 minuti .... e mi sono risvegliata all' 1 e 30 totalmente incapace di intendere e di volere, con l'unico obiettivo di recuperare il pigiama e ritrovare la via del materasso.


La bella notizia è che sabato mi sono alzata alle 7 bella pimpante ed ho iniziato a creare speditamente. Per le 10 la torta era cotta (altissima, e non mi spiego il perché!), a mezzogiorno le creme erano pronte e gli strati tagliati, alle 14 avevo montato gli strati, alle 15 la PDZ era pronta da colorare (Lavoraccio!!) e finalmente mi sono potuta dedicare alla parte più divertente: la decorazione.

Confesso di essermi scartabellata buona parte del cyberspazio nei giorni precedenti in cerca di idee. Non potevo permettermi di avventurarmi in niente di complicato causa la mancanza di tempo, quindi avevo deciso di limitarmi a riempire tutto di stelle, senza cercare altri temi. Per i colori avevo stabilito di tenermi sul viola e bianco, con sprazzi di rosa.
Ecco come è nata questa torta, un po' progettata, un po' improvvisata, mix perfetto di tecnica e fortuna (e ne ho avuta parecchia, visto che con sommo sprezzo del pericolo ho tentato di nuovo vari esperimenti e sono andati tutti a buon fine!).


Dunque: è una Torta Margherita, che non tradisce mai, ma ho sostituito 30 gr di farina con 50 gr di cacao per farla al cioccolato, infatti per la prima volta da quando mi diletto in questo tipo di torte, la base era scura. 

La bagna era semplicemente costituita da latte e Nesquik, ho un po' abbondato ricordandomi che la volta scorsa la torta era un po' asciuttina, e devo dire che questa volta è venuta perfetta.

Come farcitura ho provato una Ganache al cioccolato fondente (Fantastica, credo che diventerà il mio tipo di farcitura preferito, da provare anche al cioccolato al latte e bianco) e la Camy Cream che avevo visto osannare in varie parti del web e invece per il mio gusto è stata un po' una delusione: sofficissima e delicata, ma assolutamente troppo pannosa. 

Io non amo per niente la panna, ci sento un sapore di burro che ammazza gli altri sapori e mi infastidisce alquanto. Vorrei però provare a rifare la crema in una varsione semplificata, non aggiungendo la panna all'ultimo step, vediamo cosa verrà fuori, perché per il resto è un'idea dal gusto fresco e semplicissima da realizzare.
Prossimamente aggiungerò le ricette delle creme che ho usato.


Ecco qui la foto del "profilo": godurioso, no?


sabato 17 settembre 2011

Il mio primo quilt


Poche parole per mostrare il mio primo quilt.
E' un lavoro dell'inverno scorso, portato avanti nelle domeniche piovose, ma realizzato con colori primaverili e allegri.

Il pattern è un free che ho trovato in rete (più precisamente, ho copiato l'idea, perché poi l'ho adattato alle mie stoffe e alle dimensioni che mi servivano);
le stoffe, tutte di cotone leggero, sono un po' di casa Cenina, un po' del mercatino, un po' rimasugli di lavori passati.

Visto da vicino è molto impreciso, le cuciture sono storte e molti rettangoli .... non sono più rettangolari, tuttavia sono molto soddisfatta: copre perfettamente il mobiletto cui lo avevo destinato, dando vivacità al salotto, e comunque visto che era la prima volta che usavo regoli e rotella  di taglio (e i rettangoli, prima della cucitura, erano perfetti), ho ancora poca dimestichezza con la macchina da cucire (e si vede: le cuciture sono un disastro), era la prima volta che quiltavo qualcosa, era la prima volta che realizzavo e applicavo un bordo .... beh, non me la sento di essere troppo severa con me stessa.

Ovviamente desidero migliorare, ma questo quiltino rimarrà una pietra miliare della mia produzione!!



sabato 10 settembre 2011

WIP - Once Upon a Time

Dopo attente riflessioni, ho deciso che riprenderò in mano Once upon a time, di Butternut Road.

Visto che non voglio iniziare niente di nuovo (e la mia wish list è chilometrica), tanto vale portare a termine qualcosa di bello e "sostanzioso" al fine di popolare un po' i muri di casa, che tengo vuoti in attesa di ricami finiti. Questo quadro vorrei appenderlo in camera, di fianco alla finestra.

E' un U.F.O. (UnFinished Object) da un paio d'anni: avevo fatto la dama abbastanza di getto ma non avevo nessuna voglia di mettere mano al castello (che è un vero casino: 3 soli marroni, ma così ingarbugliati che mi fanno venire un nervoso!!!!). 
L'estate scorsa ebbi un impeto di buona volontà e iniziai il castello, realizzandone la parte mediana, ma poi partì il SAL di Little House Neighborhood e lasciai perdere di nuovo.

Questo è lo stato attuale della tela, dopo circa tre ore di ricamo lo scorso weekend in cui ho realizzato una buona porzione della parte superiore del castello. Non oso pensare alle nuvole .... quanto odio le crocette sparse!!! 


 

Mi sono ripromessa di non continuare l'abito se non finisco lo sfondo ... altrimenti so che lo rimanderei all'infinito
Anche la parte inferiore del vestito, comunque, non è banale: ha filo metallico in abbondanza, che non è simpatico da lavorare, e poi ci sarà da applicare qualche perlina....

Desidererei molto finire entro l'anno, ma non so se sarà possibile ... comunque, coraggio!  Un pezzettino alla volta ne verrò fuori!

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